Storia e finalità

La Fondazione

L’Accademia dei Disuniti ebbe da noi vita dal 1623 (1624 s. p.) alla metà del ‘700. I suoi membri si ritrovavano allora periodicamente per discussioni per lo più di genere letterario, quelle esercitazioni accademiche così in voga nel Seicento.

Il suo primo Statuto, conservato manoscritto nella Biblioteca Nazionale di Firenze, precisa che nacque il 16 giugno 1623 in casa di Camillo Campiglia, che ne fu fondatore insieme ad altri studiosi: Giovanni Visconti, Niccolò Simi, Camíllo Accarigi, Giovanni da Somaca e Giovanni Accarigi. Ebbero i Disuniti per impresa lo strumento con cui si fabbricano i canapi con il suo ordito, ed il motto “Junguntur ad opus”.

Riguardo al significato di questo emblema, si legge negli Statuti che Disuniti si dissero questi Accademici per cercare una “discordia concorde”, ognuno ritirandosi poi all’esercizio delle proprie cariche.

Fra le disposizioni enunciate nei capitoli, si prescrive fra l’altro che i membri dovranno ritrovarsi in casa del Campíglia, posta al di là dell’Arno; alla testa del sodalizio era eletto il Console, che durava in carica due mesi e che, prima della sua scadenza, doveva proporre il suo successore. Altri capitoli precisano i ruoli e i compiti delle altre cariche previste.

Poco dopo l’arcivescovo di Pisa mons. Francesco dei Conti d’Elci, assegnò loro per le riunioni una sala del palazzo arcivescovile ed inoltre avevano un proprio teatro nell’orto dei Lanfranchi, ove allestivano cene e rappresentazioni drammatiche.

Fecero parte di questo sodalizio, che ebbe vita per quasi un secolo e mezzo, molti famosi personaggi di quei tempi, fra cui Bonavita Capezzali, Federico Nomi, Gio. Lorenzo Stecchi, l’abate Quiriní, Lorenzo Adríani ed in particolare Gaudenzi Paganino, che su di essa scrisse anche un’opera.

La Rifondazione

Dopo secoli di letargo, su iniziativa di Sergio Simi, Vincenzo Maneschi, Gennaro Oliva e Marco Renieri, nello stesso spirito dell’Antica Accademia novelli Disuniti, riuniti in cenacolo sotto le volte della vetusta chiesa di S. Omobono, nella notte dello die di S. Antonio Abate (17 gennaio) del 1995, ne sottoscrivono l’atto di rifondazione e ne rogano successivamente lo Statuto.

Rinasce quindi questa Accademia con l’intento di accogliere fra i suoi membri appassionati e cultori della storia e delle tradizioni della nostra Città.
IL Governo dell’Accademia svolge le proprie riunioni presso il Royal Victoria Hotel che gentilmente mette a disposizione la sua “Sala della Fonte”.
Le Assemblee dei soci hanno luogo nella “Sala dei Corrirri” anch’essa messa a disposizione dal Royal Victoria Hotel o presso La Stazione Leopolda.

Sonetto in vernacolo pisano del Dott. Gianfranco Raspolli Galletti dedicato al Gran Maestro Sergio Simi in occasione della presentazione dell’Accademia alla Città. Palazzo dei Dodici 16 Giugno 1997 S.P.

Le Finalità

L’Accademia, pur nello spirito di contrasti continui ma costruttivi (Discordia Concorde), si prefigge la riscoperta e la valorizzazione della tradizione e della cultura Pisana nei seguenti modi:

  • collaborare nelle varie manifestazioni esistenti per la loro miglior riuscita;
  • riscoprire vecchie manifestazioni e riproporle;
  • organizzare iniziative tese alla valorizzazione della storiae delle tradizioni Pisane;
  • favorire pubblicazioni e conferenze tese alla descrizione della gloriosa Storia di Pisa.